Caneton o canard à l’orange, conosciuto come piatto tradizionale francese, in realtà ha origini tutte italiane. Toscane e , in particolare fiorentine. Arrivò infatti a Parigi a metà del Cinquecento con le brigate di cuochi che la regina italiana Caterina De’ Medici aveva fatto venire da Firenze. Portando così grandi cambiamenti nella cucina francese del tempo.
Caterina De’ Medici, andata in sposa a Enrico II di Francia, influenzò molto i gusti, gli usi e i costumi della corte e dei francesi. Anche a tavola. Introdusse, ad esempio, l’uso della forchetta e la separazione tra piatti salati e dolci.
A quel tempo, a Firenze l’anatra all’arancia veniva chiamata “paparo alla melarancia”. La ricetta fu “esportata” e conobbe “fortuna” in Francia, trasformandosi in quel piatto delle feste noto oggi.
Chissà se fu servito anche in un celebre banchetto del 1549 per la città di Parigi, quando ogni portata era divisibile per tre? (La regina era molto superstiziosa)
E perché non portarlo in tavola magari anche oggi, in una piovosa domenica d’inverno? Colorando più semplicemente la nostra cucina e la nostra tavola?
Ingredienti
Anatra già sventrata, fiammeggiata e lavata
5-6 arance
Un limone
Mezzo bicchiere di cognac
Sale e pepe qb (anche per insaporire l’interno)
Una noce di burro
Olio extravergine d’oliva
Preparazione
Legare sull’anatra tre fette di arancia. Mettere in un tegame le scorze di arancia e limone con olio e burro. Far appena rosolare l’anatra per farla insaporire. Irrorarla con succo d’arancia, cognac, sale e pepe. Metterla nel forno caldo a 200 gradi per circa un’ora e mezzo. Continuando a spruzzarla dolcemente con il succo e bagnandola con la salsa che si forma.
Se volete amplificare l’effetto agro-dolce, strofinate due zollette di zucchero su un’arancia, poi mettetele in un pentolino con 2 cucchiai di aceto e preparate la salsina che potrete aggiungere alla fine o nei piatti.
Non amo la preparazione ripiena, la preferisco semplice e appena insaporita con sale e pepe.
Potete accompagnare l’anatra all’arancia con patatine glassate.
Nel pomeriggio, un film da rivedere in casa: “L’anatra all’arancia” del 1975 di Luciano Salce. Con Ugo Tognazzi-Livio che prepara questo piatto.
E lo fa anche piuttosto bene… come te!!
Grazie, Silvia! F.
Francesca molto interessante quello che hai scritto, il piatto l’ho gustato in crociera, e’ particolare, il film, beh Tognazzi che cucina, mitico, un bacione e buona domenica!!!Laura.
Beh, si può fare benissimo anche a casa. Basta avere solo un po’ di tempo per controllare l’anatra in forno e continuarla a spruzzare di succo… Buona giornata! F
Hai ragione, ogni tanto mia mamma la faceva senza ripieno come dici tu, grazie della tua ricetta, buona serata cara Francesca!
Quasi quasi la riprovo presto…
buonissimaaaaa!
Grazie!
Ah questa storia, non ne avevo idea! Sapevo che Caterina de’Medici aveva “portato” il profitterol in Francia, ma non ” il papero”! Dunque doppiamente grazie per la ricetta e per la storia!
Intorno alla cucina e a un piatto ci sono spesso belle storie da scoprire… Ciao! Ostriche
L’aspetto dice tutto… 🙂
Grazie!
mmmm mai mangiata, ma deve essere buonissima! 😛
Sì, te la consiglio! Ciao F